CRONACA – Presentato un esposto da parte dell’avvocato Marrone che cura gli interessi di circa venti esercenti del centro di Cassino. Si chiede l’immediata sospensione dei lavori di riqualificazione inerenti la chiusura al traffico e l’isola pedonale permanente
Non c’è pace per i lavori in Corso della Repubblica a Cassino. Dopo l’esposto presentato da sette consiglieri comunali di opposizione, ora anche i commercianti si sono affidati al legale Vincenzo Marrone ed hanno presentato un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica di Cassino, alla Regione Lazio e alla Soprintendenza. La missiva è giunta ovviamente anche sulla scrivania sul sindaco di Cassino, Enzo Salera. Infatti è proprio al Comune che si rivolgono in primis i circa 20 commercianti, che hanno attività in Corso della Repubblica ma non solo, chiedendo l’immediata sospensione dei lavori.
Spiega l’avvocato Marrone: ” Considerato che le conseguenze economiche, pesantissime, ricadranno interamente sui commercianti, ove non si provveda ad una immediata riapertura del Corso della Repubblica, che è di tutta evidenza che, permanendo gli insanabili profili di illegittimità della procedura di gara da più parti denunciati e riscontrati anche dalla Regione Lazio, ragioni di opportunità e legittimità impongano all’Amministrazione una immediata cessazione dei lavori lo scrivente diffida alla immediata sospensione di tutti i lavori inerenti il progetto di riqualificazione del Corso della Repubblica ed alla conseguente riapertura del tratto stradale che va da via Guglielmo Marconi a Via Secondino Pagano”.
Infine, l’avvocato rappresenta che, in caso contrario, “procederà senza indugio alla instaurazione di tutte le iniziative necessarie ed opportune per la più efficace tutela degli interessi dei suoi assistiti. La missiva viene inviata per conoscenza agli Organi ed Enti funzionalmente competenti in materia, nonché alla Procura della Repubblica (già investita della vicenda con precedente esposto) ai fini della prognosi in merito alla sussistenza di fattispecie penalmente rilevanti. A tal fine si chiede che l’Autorità Penale adita voglia disporre l’immediato sequestro del cantiere, quanto meno fino ad una più approfondita valutazione dei fatti, onde non aggravare le conseguenze dell’eventuale illecito in caso di accertamento della sussistenza di fatti costituenti reato”.
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