RUBRICHE – Oggi Francesca Messina ospita la poesia di Patrizia Romano di Villa Santa Lucia
Dai racconti di mia nonna Giovanna
Oggi San Martino…
Mio nonno Francesco era napoletano, un uomo d’onore che aveva combattuto da graduato della marina due guerre mondiali.
Da giovane di successo , tra i vari luoghi di mare era capitato a Venezia dove conobbe la mia nonnina Giovannina.
Una donna piccola e graziosa sveglia e di buona famiglia.
Il nonno se ne innamoro`subito e sovente si recava a farle visita ricoprendola di regali ed attenzioni
Era il giorno di San Martino, grande festa a Venezia, giovani musicisti di strada attraversavano la citta ` cantando canzoni a tema sotto le finestre, tra le calle e callette.
Il nonno era invitato a pranzo dalla futura suocera , la bisnonna Marietta Galvan, lei era una donna allegra , divertente , aveva sempre la battuta pronta .
Mentre mangiavano i risi e bisi , il nonno inghiottiva quella pelle viscida del capitone solo per amore della Giovannina, abituato ai manicaretti napoletani, si udi` un suono provenire dalla finestra , era la canzone di San Martino.
Nonno, non ci penso` due volte e corse a prendere la brocca dell’acqua per versarla sulla testa dei poveri cantanti sbigottiti.
– Ma cosa fai?
Urlarono in casa in coro
– We we e mica son cornuto io?
Rispose livido di rabbia il nonno
Ci volle un po` per spiegargli che li` San Martino era festeggiato e cantato ma non di certo per burlarsi dei poveri sfortunati con le antenne.
Tutto questo mentre il coro bagnato, sorpreso ed indispettito rispondeva cantando:
Tanti chiodi gliese` (forse xse`) sul muro tanti brusoli te vegna al culoooooooo
(Tanti chiodi ci son sul muro tanti brufoli ti vengano al culo)
E fu cosi` che diverse usanze generarono malintesi e dopo tante tante risate.
Patrizia Romano (Villa Santa Lucia)
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