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Racconti e Poesie del weekend “Il rimorso”

RUBRICHE – Oggi Francesca Messina ospita il racconto di Mafalda Miconi di Cassino

Il rimorso!!

Le tre di notte e gli occhi non si chiudono, spesso capitano notti insonni, un malessere che non so spiegare e mi lascia pensare e a  rigirarmi in questo letto che non sento più mio da tempo, troppi ricordi si accavallano  nella mente. 

Vissuta in una povertà dignitosa ma pur sempre con tante, troppe carenze, sopratutto di affetto e spesso di fame e tanto freddo , quel freddo che ancora adesso riesco a sentire, ora che finalmente posso, potrei vivere serenamente stranamente sento che è  troppo tardi per appagare quei tanti desideri che da giovane non ho potuto mai soddisfare, e ora ? Quanti perche e quanti anni  ad aspettare che tornasse il cielo a splendere, ma tutto inesorabilmente tace.

Era una mattina piena di sole i mandorli in fiore il cielo di un blu intenso , nel retro della  casa  dove vivevo, il  campo di grano riluccicava al sole bruciante, io amante del sole sin da bambina ero seduta su una seggiola ad occhi chiusi immaginavo il mio principe azzurro che arrivava su un cavallo bianco e mi portava via con sé e avrei avuto finalmente quella vita che sognavo da sempre.

Mi ero appisolata  quando un urlo mi fece sobbalzare, mi alzai di scatto era la vicina di casa un po anziana, che aveva visto una vipera e spaventata aveva urlato togliendomi  da quel sereno torpore che mi aveva abbracciata.

Mi alzai di scatto e fu in quel momento che mi accorsi di un ragazzo stupendo che  schiacciava la vipera con una pietra,era veramente bello, ero assonnata ma lo notai, si presentò  e mi chiese dove poteva alloggiare per qualche giorno, gli indicai un piccolo albergo che stava in fondo al paese e nel ringraziarmi mi tese la mano presentandosi,  il  suo nome Tiziano, un nome poco usato nel nostro paesello nessuno si chiamava cosi , mi guardò  così a lungo che io arrossii mentre la sua mano stringeva la mia, mi ritrassi, impacciata com’ero, d’altronde ero una ragazza di appena quattordici  anni vissuta in un piccolo paese, non si usciva mai , solo per andare a messa e tutto finiva li. Tiziano andò via con una macchina di grossa cilindrata di colore come il cielo e io restai sognante per tutto il giorno , la notte non riuscii a dormire, non capivo il perché “non ero esperta in nulla”

una ragazzina semplice, ma i suoi occhi e la sua mano che stringeva la mia  non mi lasciò riposare per tutta la notte.

Il giorno dopo tutto era tornato normale.  Io sono orfana vivevo con una zia bisbetica mi trattava male insomma ero Cenerentola in quella casa, per un piatto caldo dovevo sudarmelo e nulla mi faceva presagire un cambiamento, a volte piangevo per sfogare la mia rabbia repressa ma neanche quello potevo fare , se mi vedeva con gli occhi rossi mi sbeffeggiava e anche qualche sberla senza motivo . Il giorno seguente stavo pulendo come al solito casa i pavimenti erano ruvidi e di un colore arancione scuro che mi tingevano anche le braccia, uscii fuori a buttare l’acqua del secchio e alzando gli occhi  mi trovai davanti quel bel ragazzo che mi guardava, arrossìi avrei voluto sparire per la vergogna,ero mal vestita mal pettinata insomma ero veramente Cenerentola, lui scese dalla macchina e mi chiese se poteva offrirmi un caffè al bar vicino casa, stavo rifiutando, devo dire a “malincuore” fu in quel momento che 

 la zia si intromise, con fare sgarbato  gli disse che non era gradito e di andarsene subito.Sentii la terra vacillare ero stanca dei suoi soprusi, cercai di oppormi per risposta un ceffone in pieno viso che ancora oggi ne sento il bruciore.

Rientrai in casa,  dentro di me mille sensazioni e una rabbia repressa mi fece star male parecchi giorni.

Passata una settimana era verso mezzogiorno suonò  il campanello di casa non feci in tempo ad aprire che già la zia era dietro l’uscio , c’era Tiziano con due agenti che chiesero di parlare con la zia , suo malgrado li fece entrare, la sua aria stizzita innervosiva anche gli agenti. Le dissero che Tiziano voleva portarmi con sé anzi voleva sposarmi e che aveva assistito ai modi bruschi che lei usava con me,  per tutto il tempo lei rimase muta, chissà nella sua testa quanta rabbia aveva , si rivolse a me chiedendomi di dire la verità, se mi trattava male oppure no, io ebbi paura di una sua reazione e negai tutto anzi aggiunsi che Tiziano si era inventato tutto per portarmi via con sé.Gli agenti a quel punto si girarono verso Tiziano e andarono via, Tiziano prima di andar via mi sussurrò volevo salvarti …un giorno ti pentirai e così è  stato. Si la zia è  morta e in eredità mi è  rimasta la casa con il tempo mi sposai un ragazzo del paese, che non ho mai amato ho avuto tre figli che mi amano, sono vedova ormai , spesso ripenso a Tiziano chissà se lui pensa un poco a me, il rimorso mi assale, non ho più provato quel sentimento così forte da allora..ancora sento quella sua mano calda che stringeva la mia!

E nel suo ricordo che poggio i miei pensieri che mi fanno ancora sognare, chissà lui che fa chissà se mi pensa qualche volta..Io ogni qualvolta mi sento sola lo penso e mi schiaffeggerei per aver mentito!

Mafalda Miconi (Cassino)

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